La Sinistra è malata?

Che fine ha fatto la Sinistra? La Sinistra è malata? Non esiste più? Non è più capace? Non attira la gente? È fuori moda?

Secondo me il problema non è insito nella Sinistra come pensiero e valore. La Sinistra che si è smarrita nel 1989 e poi è andata allo sbando nel 1994 è la Sinistra dei quadri dirigenti. Le persone non hanno cambiato la loro idea e la Sinistra dei quadri dirigenti le ha sempre trattate come un solido monolito quando invece ogni uomo ha i suoi desideri e i suoi affanni. Prima della malattia di fine secolo la Sinistra era fatta di interconnessioni multiple tra quadri dirigenti e base, il dialogo era aperto, le sezioni dei partiti di Sinistra esistevano e lì si dialogava e si faceva anche a cazzotti (in senso figurato ma qualche volta per davvero). Il ’94 ha sdoganato la politica della televisione, ha celebrato la nascita di partiti senza partiti, senza la parte, il sostegno di una base che sceglie e elegge. Il ’94 è l’inizio dell’era del partito personale e quelli che non riuscivano a fare il partito personale si chiusero in comitato dirigente chiuso. Così dalla morte della Sinistra storica ma per mano propria nasce il PD, su una base elettorale del PCI consolidata (che ancora reggeva) ma senza più contatto con il mondo di sotto perché la televisione rende tutto più veloce e arriva in tutte le case. Ma la televisione non ritrasmette indietro gli umori della piazza e il dissenso dell’assemblea. La Sinistra (paradossalmente) è il PD, almeno dal punto di vista di chi la sta guidando, perché legittimato proprio dalla nascita del PD come germoglio del PCI. Ma resta pur sempre una Sinistra dei quadri dirigenti che per sopravvivere si è dovuta alleare con i grandi gruppi industriali che alla fine se la sono incamerata. E il popolo? Il popolo non è cambiato granché, il popolo è sempre quella massa che i politici vedono come corpo unitario ma che in realtà è fatta solo di piccoli nuclei familiari orfani di speranza che non sanno dove andare a cercare le risposte o meglio non sanno a chi rivolgere le loro suppliche (visto che i politici più in là della televisione non vanno). E allora il popolo cosa fa (ognuno nel suo piccolo e non come corpo unitario)? Si rivolge a chi gli offre qualcosa.
In buona sostanza, la Sinistra è malata nella testa, intesa questa come quadro dirigente che invece di guidare e tentare di risolvere i problemi della gente passa il suo tempo davanti allo specchio ad ammirare il vestito nuovo fatto dal sarto della Confindustria che tanto caruccio è e le cade a pennello mascherando dietro la sua bellezza tutto lo squallore della decadenza e l’incapacità anche solo a pensare di dialogare con chi sta male. La Sinistra dei quadri dirigente deve fare i conti con il suo isolamento e l’auto celebrazione renziana che ha eliminato dal vocabolario ogni questione scomoda. Il problema del PD, non è che il PD non sia la Sinistra ma che il PD è nato scimmiottando il Partito Democratico americano che ha una storia sua incastonata nella cultura americana e che vive degli equilibri di quella cultura in quella cultura. Non basta cambiarsi il nome in Partito Democratico per diventare un partito democratico. Il vecchio Partito Comunista Italiano arrivò agli anni della conquista dei diritti dei lavoratori passando dalla Resistenza e poi attraverso i lunghi anni del dopoguerra. Il PD è un vestitino preso da un’altra cultura e indossato con l’illusione che bastasse ciò a guarire dalla malattia di fine secolo iniziata nell’ottantanove. Invece no, quel vestitino è di un’altra cultura che se l’è cucito addosso a partire dal 1792 e l’ha aggiustato, lavato, stirato e inamidato durante oltre due secoli di storia tormentata americana. Quindi da una parte il PD non è la Sinistra ma dall’altra il PD è la Sinistra, la Sinistra dei quadri dirigenti che si sono messi un vestitino di un’altra cultura per sfuggire alla loro responsabilità davanti alla storia e davanti a quel popolo che ancora oggi continua a chiedere una risposta ai suoi problemi.