Televisione

Il linguaggio sottile

Ci sono reti televisive che sono fortemente orientate politicamente (e la cosa non è una novità): una di queste, La7, è un network privato ed essere orientato politicamente è nel suo diritto. Ma cosa succede al telegiornale quando a sfasciare le vetrine sono teppisti riconducibili alla stessa area politica del telegiornale? Se i teppisti sono di altra area politica si tratta di facinorosi o anche terroristi, al peggio fascisti; se i teppisti sono della stessa area politica del telegiornale invece diventano per incanto “antagonisti”. Le parole sono misurate…

Avatar

Finalmente ho visto Avatar, il capolavoro di James Cameron. Bellissima pellicola ricca di effetti. Mi ha fatto pensare che quella storia in realtà rappresenta una vicenda già accaduta, non uguale ma con molte somiglianze. Un giorno gli alieni arrivarono veramente in un mondo che non conoscevano e gli abitanti di quel mondo restarono sorpresi all’arrivo di quegli uomini che viaggiavano in enormi case con ali bianche, case che volavano nell’acqua del mare. Alcuni alieni sedevano in groppa a strani animali e uccidevano con il tuono. Quegli alieni sterminarono tutto il mondo conosciuto e si installarono nei territori conquistati senza difficoltà annientando secoli di storia e tradizioni che non comprendevano e non volevano comprendere. Fu così che Dopo qualche anno dall’arrivo di quegli alieni, grandi civiltà antichissime si estinsero: atzecas, mayas, incas, mapuche cancellati dalla faccia della terra. Quei territori furono ribattezzati dagli alieni come “Americhe” e mezzo millennio dopo l’invasione hanno scritto una storia di resistenza all’invasione aliena ma senza il coraggio di chiedere scusa apertamente l’hanno ambientata su un altro pianeta.

San Remo 2012 (62º festival della canzone italiana) – 16 febbraio 2012

Ecco, anche la terza serata del festival della canzone italiana (dove la canzone ha un ruolo secondario purtroppo) è piena di morti viventi. Unici grandi veri artisti in mezzo a una quantità impressionante di capre, in ordine casuale, anzi in ordine come mi va sono: Arisa (l’unica vera voce italiana di tutto il festival), José Feliciano (leggenda tra le leggende della musica leggera), Patti Smith (unica), Noa (meravigliosa). Tutto il resto è noia. Bravino Morandi, impacciato e impallatore di prima categoria che non riesce a guadagnarsi il palco e snobba gli italiani impallandoli davanti alle telecamere. La valletta è solo una valletta senza arte né parte e grande invece, con la sua scanzonata e a tratti poetica presernza, Rocco Papaleo che fuori da ogni canone televidsivo con la sua figura innocente di bimbo sperduto guadagna il palco con leggerezza e simpatia. Tutto il resto è noia.

Annozero pre-elettorale “IL COMPLOTTO”

Annozero, giovedì 7 maggio 2009.
Annozero (trasmissione televisiva di Rai2 condotta da Michele Santoro) si occupa di Berlusconi, si esatto, del presidente del Consiglio dei Ministri per una vicenda del tutto inventata (o almeno in parte, visto che in realtà se ne sa veramente poco). In studio i soliti, da Travaglio (bravo giornalista) a vari ospiti più o meno scelti a “caso”. Si, anche un “avvocato della controparte” (Nicola Ghedini) ma durante la trasmissione potrà parlare poco. Il conduttore non sembra condurre ma far parte dell’accusa (anzi proprio con le sue dichiarazioni iniziali si capisce la sua volontà a cominciare una trasmissione che sarà molto chiacchierata), anzi fa parte dell’accusa e del resto nella sua onestà non ne ha mai fatto mistero. Chiaramente si parla di ragazze e candidate a questo e quello e anche della povera ragazza che ha fatto il compleanno a cui ha partecipato il Presidente. certo nessuno delle persone di cui si parla è presente (Berlusconi certamente non sarebbe andato vista la sua personale antipatia per Santoro). Piano piano l’impianto della trasmissione si delinea: ricostruzioni di interviste o di possibili interviste (chiaramente molto romanzate e probabilmente del tutto inventate); poi le dichiarazioni del giornalista Travaglio, sempre puntuali e sempre molto [e ad arte] parziali. Gli ospiti possono parlare ma se provano anche solo ad accennare un qualcosa che non sia in linea con Santoro-Travaglio vengono subito fermati perchè qualcun’altro deve parlare e si deve stringere. Si capisce lontano un miglio e anche di più che tutta la trasmissione è semplicemente una sorta di processo a Berlusconi e non al Berlusconi politico ma al Berlusconi uomo privato e di rimando al politico.
Perchè la Rai fa una trasmissione tutta su Berlusconi e solo su Berlusconi? Semplice: siamo in campagna elettorale per le elezioni europee e certamente la sinistra (con la S minuscola) non avendo alcuna idea politica e nemmeno alcun programma, ha bisogno di qualcuno che le dia una mano a mitigare la sua disfatta; forse ha capito che sui comici non si può fare affidamento perchè i comici alla fine non vogliono che la sinistra vada al governo da nessuna parte (resterebbero disoccupati) e quindi ci vuole qualcuno che la rappresenti (visto che il segretario del PD da solo non riesce). L’ultima settimana ha visto quindi una sinistra impegnata a reclutare nuovi soggetti che in altri giorni aveva messo da parte ed ecco che rispuntano Santoro e Travaglio.
Vedremo Santoro e Travaglio al Parlamento europeo? E che ne dirà il buon vecchio Antonio Di Pietro?
Forse al Parlemento europeo andrà Concita De Gregorio (che dirige l’Unità) che è bravissima a girare ogni discorso a modo suo distorcendo qualunque cosa a suo piacimento con una pacatezza da mammina gentile.
Ma se poi gli elettori alle urne non troveranno questi nomi sulle schede o nelle liste elettorali, chi voteranno? Oppure: chi voteremo?
A proposito “Berlusconi è il vero dramma della democrazia del nostro Paese” secondo quanto dice durante la diretta la senatrice Emma Bonino.
L’unico vero politico durante tutta la trasmissione si è visto solo alla fine, il carissimo Vauro che con le sue vignette molto discutibili ma semplicemente gustose è un grande! Vauro se n avessi il potere ti eleggerei segretario del PD.

Questione di stile

Riflettendo su un paio di programmi televisivi (ben fatti, molto ben fatti) mi sono accorto che forse sta nascendo un nuovo modo di condurre i programmi di approfondimento politico. Mi spiego: la formula classica del programma di approfondimento tipo “Porta a Porta” con un conduttore padrone di casa e una serie di invitati che si scambiano convenevoli e a volte arrivano quasi a litigare viene soppiantata da una nuova forma dove il conduttore ha una visibilità più discreta ma agisce in modo più diretto sui suoi ospiti (e con una autorevolezza diversa e mai servile). Non è del grande Bruno Vespa che voglio parlare bensì di un fenomeno che secondo me nasce o si concretizza in modo evidente con Giovanni Floris che da diverso tempo conduce un interessantissimo programma su Rai3 intitolato “Ballarò”. La cosa è nello stile che Floris adotta e che è semplicemente geniale (al punto di essere scopiazzato da altri). L’impianto di Ballarò è semplice, uno studio con le postazioni per gli ospiti poste le une di fronte alle altre, quasi a marcare una distanza o meglio una contrapposizione; uno schermo da cui interviene il comico che all’inizio apre la trasmissione e una serie di collegamenti esterni, con ospiti più o meno assidui. La novità assoluta sta nella formulazione delle domande, sempre semplici, concise – qui arrivo al sodo – e dirette: dirette, dirette e rapide ma senza aspettare che l’interlocutore termini il suo discorso ecco che arriva una nuova domanda che toglie fiato alla risposta precedente in un incalzare di domande quasi a formare un interrogatorio “gentile”. Floris non aspetta! La risposta ha una importanza relativa (e il conduttore a volte fa un bel sunto in tre parole di un discorso che il suo intervistato non ha ancora fatto) e l’intervistato è costretto a essere conciso, pena l’oscuramento del suo concetto e l’impossibilità di esprimerlo appieno. A volte alcuni ospiti abituati alla televisione e all’incalzare delle sue domande riescono a continuare sui loro argomenti ma Floris è troppo bravo e quando il calibro dell’ospite è troppo impegnativo lo lascia fare (ma non troppo). Poi con un sorriso disarmante, nel bel mezzo di una bella discussione come una tagliola esclama “alè” e la trasmissione finisce senza vinti e senza vincitori, piccolo spaccato di realtà quasi vera in mano a un formidabile domatore. Complimenti a Giovanni Floris, forse ha dato il via alla nuova televisione e a un nuovo modo di fare informazione che altri stanno già copiando ma con scarso risultato.