Questione di stile

Riflettendo su un paio di programmi televisivi (ben fatti, molto ben fatti) mi sono accorto che forse sta nascendo un nuovo modo di condurre i programmi di approfondimento politico. Mi spiego: la formula classica del programma di approfondimento tipo “Porta a Porta” con un conduttore padrone di casa e una serie di invitati che si scambiano convenevoli e a volte arrivano quasi a litigare viene soppiantata da una nuova forma dove il conduttore ha una visibilità più discreta ma agisce in modo più diretto sui suoi ospiti (e con una autorevolezza diversa e mai servile). Non è del grande Bruno Vespa che voglio parlare bensì di un fenomeno che secondo me nasce o si concretizza in modo evidente con Giovanni Floris che da diverso tempo conduce un interessantissimo programma su Rai3 intitolato “Ballarò”. La cosa è nello stile che Floris adotta e che è semplicemente geniale (al punto di essere scopiazzato da altri). L’impianto di Ballarò è semplice, uno studio con le postazioni per gli ospiti poste le une di fronte alle altre, quasi a marcare una distanza o meglio una contrapposizione; uno schermo da cui interviene il comico che all’inizio apre la trasmissione e una serie di collegamenti esterni, con ospiti più o meno assidui. La novità assoluta sta nella formulazione delle domande, sempre semplici, concise – qui arrivo al sodo – e dirette: dirette, dirette e rapide ma senza aspettare che l’interlocutore termini il suo discorso ecco che arriva una nuova domanda che toglie fiato alla risposta precedente in un incalzare di domande quasi a formare un interrogatorio “gentile”. Floris non aspetta! La risposta ha una importanza relativa (e il conduttore a volte fa un bel sunto in tre parole di un discorso che il suo intervistato non ha ancora fatto) e l’intervistato è costretto a essere conciso, pena l’oscuramento del suo concetto e l’impossibilità di esprimerlo appieno. A volte alcuni ospiti abituati alla televisione e all’incalzare delle sue domande riescono a continuare sui loro argomenti ma Floris è troppo bravo e quando il calibro dell’ospite è troppo impegnativo lo lascia fare (ma non troppo). Poi con un sorriso disarmante, nel bel mezzo di una bella discussione come una tagliola esclama “alè” e la trasmissione finisce senza vinti e senza vincitori, piccolo spaccato di realtà quasi vera in mano a un formidabile domatore. Complimenti a Giovanni Floris, forse ha dato il via alla nuova televisione e a un nuovo modo di fare informazione che altri stanno già copiando ma con scarso risultato.