Ignazio da Paternò

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Tredici ottobre 2022. Ignazio La Russa viene eletto Presidente del Senato della Repubblica. La Russa fa parte di Fratelli d’Italia, partito politico di destra alleato con il Popolo delle Libertà e con la Lega. Ma l’elezione di La Russa è andata a improvvisazione perché il canovaccio della cerimonia doveva vedere il Centro Destra (Destra Centro) compatto. Non fu così: ci vollero i voti di alcuni sconosciuti perché i fedelissimi di Berlusconi non si presentarono alla chiama. Furono franchi tiratori a eleggere La Russa? Ma nemmeno per sogno. I centristi (o centrini)? Neanche a parlarne: sono troppo pochi. Furono i birilli di qualche altro partito politico. Chi nella nuova opposizione potrebbe avere un interesse a eleggere gusto giusto il “demone” del Val di Noto, il paternese di Milano con quell’accento ‘ncaddhatu ma dai modi cortesi che subito dopo l’elezione ha ringraziato tutti, proprio tutti, pure quelli che non l’hanno votato? E quale occasione migliore poteva esserci per chi si appresta a fare la vittima per i prossimi cinque anni? Una volta eletto La Russa, il più a destra che più a destra non si può è facile chiamare il popolo all’indignazione a ogni mossa del siculo di Milano. Da oggi in poi se La Russa si soffierà il naso con la mano sinistra si dirà che non ha rispetto per l’opposizione e se se lo soffia con la mano destra si griderà al fascista e al fascismo con cortei infiniti dovunque. La Russa è il capro della tragedia greca, il fantoccio sacrificale che dovrà ridare slancio a una sinistra che ha bisogno di un demone da combattere perché non avendo nessuna idea ma nemmeno una le resta solo la lotta contro il nemico e l’indignazione a comando. Quindi, signori tutti che fin qui avete letto, il mandante dei voti nascosti è presumibilmente il PD, esattamente come quel tale Conte (non il cantautore e nemmeno il calciatore ma il novello politico) ha ipotizzato subito dopo la seduta parlando per strada con i giornalisti. E se poi La Russa dovesse comportarsi in modo ineccepibile? Se il siculo di Milano col suo accento ‘ncaddhatu si rivelasse un ottimo difensore dei regolamenti del Senato? Lo sapremo solo durante questa diciannovesima legislatura. Per adesso, ma solo per adesso non rompiamo le cabbasise che è meglio.